Siamo ormai agli sgoccioli anche di questo anno, e mentre ci avviciniamo verso il futuro rivolgo lo sguardo al passato, al remoto passato, per una seconda carrellata di quelli che erano i miei libri preferiti, i più letti, i più maltrattati di quando ero piccolo. Mi piace moltissimo fare questi viaggi nel viale dei ricordi e rispolverare titoli che non leggo da una vita per fare il punto di quali siano stati i mattoncini che hanno iniziato a dare forma e corpo alla mia personalità e alla mia vita da lettore. Come dico spesso ho iniziato a leggere molto facilmente e fin da piccolo i miei genitori hanno riempito la mia cameretta di libri e fumetti – oltre a darmi sempre il buon esempio, che è fondamentale; ho quindi iniziato a leggere piuttosto presto e tanto, e da allora non ho mai smesso.
Di seguito trovi altri dieci libri che hanno caratterizzato i primi passi della mia carriera da lettore, libri che ho scelto tenendo sempre conto del criterio temporale di ciò che leggevo prima degli 8-9 anni, quando ho scoperto Harry Potter e la mia vita ha preso una direzione del tutto nuova. Come per i film non ci sarà una parte 3, e non so bene su cosa spostarmi la prossima volta: la direzione più naturale sarebbero le serie tv, ma da piccolo non ne seguivo molte, per cui potrebbe essere un’idea cercare i 10 cartoni animati televisivi cult della mia infanzia e vedere cosa viene fuori. Fammi sapere cosa ne pensi e, soprattutto, quali sono stati i libri cult, gli immancabili, i classici della tua infanzia, che hai letto e riletto fino a distruggere.

Tante Stelle…, di Giovanna Mantegazza e Anna Curti
Qui si va davvero agli albori della mia vita con un libricino che, presumo, mi veniva letto quando ancora io non ero in grado di farlo da solo e mi limitavo a osservare le figure. Il testo è ridotto all’osso, a pochi versi in rima, mentre le illustrazioni fumetto giocano con i buchi a forma di stella che si ripetono di pagina in pagina; la mia pagina preferita era quella con due coccodrilli, uno che sembrava intento a mangiare una stella e l’altro che la teneva in equilibrio sul muso. Non ho molto da dire su questo libri se non che, dopo averlo ritrovato per caso dopo tanti anni, lo conservo come una reliquia; tra l’altro è incredibilmente resistente visto che ha superato la lettura da parte di quattro fratelli e un nipote, ed è ancora qui per raccontarlo!
Un Bambino per Benino, di Babette Cole
Un piccolo libro illustrato che sfogliavo in continuazione quando ero piccolo: c’è pochissimo testo, quasi solo delle didascalie per le illustrazioni, invece, grandi, gloriose, che riempiono tutta la pagina e sembrano quasi saltare fuori dal libro. Nonostante il titolo il bambino protagonista è tutt’altro che “per benino”, e anzi, ne combina di tutti i colori nella tradizione dei monelli letterari nei libri per bambini; il contrasto tra le didascalie didatticheggianti e le illustrazioni irriverenti è il motore della comicità, così semplice da poter essere consumato anche da un bambino che ha appena imparato a leggere.
365 Storie della Buonanotte
Il titolo l’ho ricostruito cercando su Google altre versioni di questo libro, che avevo da piccolo, amavo teneramente, ma che è andato purtroppo perduto nel corso del tempo. Il libro conteneva esattamente quello che il titolo promette, ossia 365 brevi storie da leggere (o, nel mio caso, farmi leggere) ogni sera al momento di andare a dormire. Si trattava di racconti brevissimi, talvolta solo brevi scene divertenti più simili a barzellette o aneddoti che a un racconto vero e proprio – ma evidentemente per un bambino andava bene così. C’erano riduzioni di fiabe e favole celebri, storie tratte dalla mitologia (ricordo con precisione la storia della vergine Camilla legata alla lancia e lanciata attraverso il fiume) e altre storie di cui non saprei tracciare la provenienza e che forse erano originali. Il primo di ogni mese, poi, era dedicato a una storia più lunga, che arrivava a occupare anche l’intera pagina. Ho idea che fosse un libro già piuttosto vecchio quando è arrivato a me, perché non ne ho memoria da integro e con la copertina; ogni tanto mi domando che fine abbia fatto e come sia accaduto che venisse perso.
Storie della Preistoria, di Alberto Moravia
Mi ricordo quando l’ho comprato, scelto a caso dallo scaffale di una cartoleria e del tutto ignaro del nome del suo autore – e ancora adesso, forse, può stupire trovate Moravia come autore per bambini. In realtà in questo libro Moravia recupera il valore didattico della favola e attraverso le figure di animali umanizzati, immersi in una non meglio precisata preistoria che assomiglia, piuttosto, all’Africa incontaminata, mette in scena tutti i vizi e le virtù dell’uomo con una serie di morali non scontate da trovare in un libro di favole per bambini. Molte storie hanno uno spiccato sapore esistenzialista e filosofico, e penso che siano la classica lettura perfetta da ripetere a ogni fase della vita: quando sei bambino ti diverte la storia che viene raccontata, ma man mano che cresci inizi a capire davvero cosa volesse dire l’autore e ti accorgi di trovarti di fronte a racconti di grande profondità. Insomma, un esempio di come la letteratura per l’infanzia non sia mai da sottovalutare.

Racconti, di Oscar Wilde
Un libro appartenuto a mia mamma e poi passato in eredità a me e ai miei fratelli, raccoglie alcune fiabe scritte da Oscar Wilde – un altro nome di cui, come per Moravia, ero beatamente all’oscuro del peso e dell’importanza nella storia della letteratura mondiale. Le fiabe di Wilde sono storie, anche in questo caso, profondissime e molto complesse, ricchissime di implicazioni etiche ed esistenziali se analizzate con una consapevolezza adulta, ma al contrario di Storie della Preistoria non sono servite in una forma sempre adatta ai bambini: sono spesso racconti dolorosi, crudeli, dal finale tragico e che non mancano di lasciarti con l’amaro in bocca al termine della lettura, specialmente se sei ancora piccolo e non hai ancora avuto modo di scontrarti con il cinismo del mondo. Non so se è una lettura che consiglierei a tutti i bambini a scatola chiusa, ma è pur vero che si tratta di storie incredibilmente educative che possono dare un necessario scossone, soprattutto se affiancate al panorama della letteratura per l’infanzia contemporanea, piena di serie innocue e fin troppo rassicuranti. Per cui, giusto per contraddire quello che ho appena detto, sì, lo consiglierei, ma forse a bambini non troppo piccoli.
Pippi Calzelunghe, di Astrid Lindgren
Questo mi è stato regalato nel 1998, quando ho dovuto cambiare città e ho lasciato la scuola dove ho frequentato i primi tre anni di elementari; purtroppo oggi è perduto, altrimenti avrei ancora gli autografi di tutti i miei compagni di classe – che comunque non sento più da circa vent’anni, per cui direi che va bene uguale. Letto nel corso di un’estate, Pippi Calzelunghe è una storia che non necessita molte presentazioni: l’iconica protagonista è una bambina forzuta e indipendente che torna a vivere da sola nella villa di famiglia insieme al suo cavallo e alla sua scimmia; lì fa amicizia con due bambini, Tommy e Annika, che trascina nelle sue avventure e nei suoi giochi surreali. Pippi Calzelunghe è un romanzo a episodi, con ogni capitolo dedicato a un’avventura, un gioco, un’idea che Pippi partorisce e che non mancherà di portare scompiglio nella placida città in cui si ambienta la storia. E’ divertentissimo da leggere quando si è piccoli, perché ti fornisce un role model eccezionale di indipendenza e autosufficienza – oltre a essere davvero molto divertente!
Il Piccolo Principe, di Antoine de Saint-Exupery
So che oggi viene molto bistrattato ed è generalmente disprezzato dalla gente, ma a me continua a piacere. Mi è stato comprato quando ero ancora piccolo, segno che i miei genitori avevano deciso fosse opportuno spezzarmi il cuore fin da subito in modo da prepararmi per quello che sarebbe arrivato in seguito: ricordo ancora il giorno in cui ho finito il libro e l’amarezza che ne è seguita. La storia è quella di aviatore che, precipitato nel deserto, fa la conoscenza di un bambino dai capelli dorati che dice di venire da un piccolo asteroide dove ha addomesticato una rosa e racconta strane storie sui suoi viaggi nello spazio. Sebbene condivida alcune obiezioni che gli sono mosse ci sono dei brani che su di me hanno sempre effetto, come tutto l’episodio della volpe, e nemmeno averlo letto in classe con quella psicopatica della mia professoressa di italiano ha intaccato, per me, il valore di questo libro.
L’Alieno che Venne a Cena, di Gail Gauthier
Non ho chiari ricordi di come sia entrato in possesso di questo libro, ma abita da sempre, mi sembra, nella mia libreria – che ora è la libreria nella mia ex cameretta in casa dei miei, ma ci siamo capiti. I protagonisti sono due bambini, Will e Robert Denis, che un giorno portano a cena un amico speciale, il quale rivela subito un segreto: è un alieno, non solo, è un agente di viaggio alieno che intende sfruttare la Terra come villaggio vacanze per i suoi clienti. I Denis sono stati selezionati come locandieri dall’agenzia, e dopo essere stati convinti con un ricatto a lavorare per loro la famiglia apre le porte di casa a una sequela di alieni in cerca di pace, riposo e divertimento. L’ autrice sembra aver fatta sua la lezione di Douglas Adams adattandola a un pubblico molto più giovane, e dà alla luce un romanzo molto episodico ma altrettanto divertente e surreale: il cast extraterrestre permette al libro di giocare moltissimo con gli equivoci e uni scontro culturale enorme senza paura di offendere nessuno, creando situazioni esilaranti a seconda delle caratteristiche dell’ospite di turno. Io non leggo molta commedia (il che mi fa dubitare di aver scelto io questo libro), ma è davvero gustoso per dei bimbi che vogliono leggere qualcosa di spensierato e divertente.

Papergol, di autori vari
Quantomai attuale in quest’anno di mondiali, Papergol è una raccolta di storie Disney a tema calcistico uscita in occasione dei mondiali del 1998 in Francia. Io ho sempre amato, e amo ancora, i personaggi della banda Disney, e sebbene non abbia mai letto regolarmente Topolino è sempre un mondo e un cast in cui mi immergo volentieri quando ne ho l’occasione – principalmente, adesso, quando mi capita di riuscire a rubare i libri a mio nipote. Le storie sono legate da una cornice narrativa che vede Paperino e Paperoga, dopo l’ennesimo disastro, nascondersi in una grotta dalla furia di Zio Paperone e ingannare il tempo guardando una serie di videocassette sul calcio. Papergol è tutto quello che puoi aspettarti da una raccolta di fumetti Disney: storie semplici ma vivacissime, pienissime di gag e di battute e con un lieto fine onnipresente. Oltre a questo c’è il valore aggiunto dell’amore per lo sport e la celebrazione del calcio come strumento di unione e fratellanza tra le persone piuttosto che come sfida o battaglia da vincere. So che Natale è appena passato, ma sarebbe ancora oggi un regalo perfetto per qualsiasi bambino appassionato di calcio; io non lo ero, non lo sono mai stato, eppure mi ci sono sempre divertito un mondo!
TalesSpin, di autori vari
Quello che oggi chiameremmo graphic novel, TalesSpin è l’adattamento a fumetti della prima, lunga, storia in quattro parti della serie animata che introduce tutti i protagonisti e l’ambientazione in cui si muoveranno. E’ un mondo bizzarro, quello di TaleSpin, in cui i personaggi de Il Libro della Giungla vivono immersi in una realtà novecentesca e Baloo si trova a fare il pilota d’aereo insieme al piccolo Kit, un personaggio creato apposta per lo show, Luigi gestisce una locanda in città e Shere Khan il più ricco industriale della zona. La storia è molto veloce e pienissima di colpi di scena, tra pirati dell’aria e gioielli rubati, invenzioni futuristiche e rapimenti improvvisi; non c’è mai un attimo di calma, insomma, se non nei brevissimi momenti di approfondimento dei personaggi, semplici ma adeguati a un prodotto per bambini. Ricordo di aver letto questo libro un’estate in vacanza in montagna, ma non ho altre memorie su di lui: non ho idea da dove sia arrivato e che fine abbia fatto dopo, se me l’abbia prestato qualcuno o se lo abbia perso in giro. Tutto quello che ho, di questo libro, è il ricordo di due settimane in montagna quando lo leggevo sotto le coperte appena prima di dormire o la mattina presto, appena sveglio.
-9: Tradizionali canzoni natalizie
Grande rispolvero!
“365 storie della buonanotte” mi dice qualcosa, ma non sono sicuro di averlo avuto, in realtà.
“Il piccolo principe” è ancora il mio libro preferito, è un peccato che l’uso e abuso e qualunquizzazione delle sue citazioni lo abbia reso oggetto di burla.
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Esatto, il problema è che i suoi brani più famosi sono stati talmente abusati da farlo diventare una cosa Tumblr, un meme, quasi, e quindi non viene preso sul serio. Eppure l’ho sempre trovato un libro straordinario. È il dramma di tutte le cose che vengono date in pasto all’internet e macellate senza alcun riguardo solo per trovare frasi cool da mettere sotto alla foto di turno.
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Infatti adesso dire che è il mio libro preferito mi fa passare per un normie, se non proprio un poveretto. XD Solo quando aggiungo “L’epopea di Gilgamesh” e “Il canto della schiera di Igor'” riesco a tornare un interlocutore decente.
Sui due piedi, mi viene da pensare che un caso analogo potrebbe essere Bukowski, anche se non l’ho mai letto.
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abbiamo avuto infanzie molto, ma molt, differenti
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In che modo?
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Libri totalmente diversi 😆
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Sei un altro bimbo a cui Oscar Wilde ha devastato l’infanzia? In caso ti capisco
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Tra quello e il libro con gli animali e gli gnomi del bosco, in cui le fate fanno tutte una fine ignobile, a volte erano le pazze risate, proprio. Si vede da dove arriva la mia propensione per la tragedia!
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povere fate, che traumi
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Lascia stare, guarda: Fiordaliso, Orchidea e Tulipana sono una ferita ancora aperta dopo 30 anni. La maledizione che porta Tulipana a rimpicciolirsi sempre di più fino a diventare subatomica e senza mai fermarsi è un orrore da incubo!
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Trafiggi il costato.
La più inquietante pure per me era Tulipana cioè ma perché poi quella fine così crudele.
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Storie della preistoria ce l’avevo anch’io. Lo lessi durante le vacanze natalizie in prima media, poiché dovevo leggere un libro come compito. Mia nonna, invece, aveva il libro dei 365 racconti, ma non credo sia la stessa versione che hai tu. Quella doveva essere un’edizione degli anni ’70. Ricordo molto bene anche TaleSpin. Gran bel tuffo bei ricordi…
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