South Park – Stagione 5

Siccome si ride e si scherza ma solo fino a un certo punto nell’ultima settimana ho fatto una vera e propria indigestione di South Park, guardando la quinta stagione come se fosse un lavoro – ma uno di quelli che ti piace fare e ti divertono; con il fatto che si tratta poi di stagioni brevi con episodi di una ventina di minuti, gli episodi sono finiti in un attimo. E che stagione è stata! Sebbene in generale mi abbia divertito meno della quarta, anche la quinta stagione di South Park è ricchissima di momenti memorabili e storie fantastiche nonostante la complessità del momento storico in cui è uscita e i numerosi momenti potenzialmente controversi che la stagione offre. Parker e Stone identificano la quinta stagione come il momento in cui la serie ha iniziato a essere davvero buona, citandola tra le migliori, e sebbene, come ho già scritto la volta scorsa, non sia affatto d’accordo con la loro idea di considerare le prime stagioni spazzatura è innegabile che in questo momento si assiste a un notevole cambio di passo e a una sostanziale maturazione nella scrittura e nell’animazione degli episodi. Ho solo una piccola polemica: basta con questa sigla oscena con i pupazzetti in 3D, ridatemi la sigla originale delle prime stagioni!

Recap of "South Park" Season 5 Episode 8 | Recap Guide

Una prima osservazione che si può fare riguarda la struttura degli episodi, che cambia notevolmente rispetto al passato: se nella quarta stagione si era sperimentata la possibilità di sviluppare un’unica trama nell’arco dell’episodio, questa tendenza diventa ora pressoché una regola con poche eccezioni – 5×02 – Cripplefight, ad esempio, con la sottotrama dedicata alla faida tra Timmy e la new entry della stagione, Jimmy, o 5×11 – The Entity, con la vicenda secondaria di Mr. Garrison impegnato a inventare un nuovo veicolo per fare a meno degli aereoplani, pressoché invivibili dopo l’11 Settembre. Trame più solide, più articolate e meglio sviluppate, quindi, ma che inevitabilmente costringono a tenere sempre al centro dell’attenzione i bambini protagonisti relegando ai margini, o facendo scomparire del tutto, i personaggi secondari che popolavano South Park nelle prime stagioni; è quindi un mondo apparentemente più ristretto, ora, quello di South Park, che rischia di perdere la coralità che lo caratterizzava e fondamentale materiale per nuove storie che esulino dai piccoli confini della scuola elementare della città. Un altro cambiamento nella struttura è nel modo in cui iniziano le storie: diversi episodi della quinta stagione prendono avvio grazie all’iniziativa di Cartman, che esordisce chiamando gli amici per mostrare o raccontare loro qualcosa e dare così il via alla vicenda, come, ad esempio, in 4×05 – Scott Tenorman Must Die, in cui afferma di essere entrato nella pubertà mostrando dei peli pubici che ha acquistato, 5×07 – Proper Condom Use, in cui afferma di aver imparato a mungere i cani (maschi) e lo mostra agli amici, 5×08 – Towelie, quando trova e mostra agli amici l’assorbente usato di Sharon Marsh o 5×13 – Kenny Dies, quando trova per caso un carico di feti abortiti.

Proprio Cartman inizia a ottenere, in questa stagione, un ruolo di primo piano all’interno del gruppo, assorbendo talvolta interamente la luce dei riflettori a discapito di Stan, Kyle e Kenny. Il punto di svolta per il suo personaggio è, ovviamente, il già citato 5×04 – Scott Tenorman Must Die: dopo essere stato crudelmente ingannato da Scott Tenorman, un ragazzo più grande di lui e ugualmente furbo e sadico, Cartman ordisce una contorta vendetta che consiste nel far uccidere i suoi genitori, cucinarli e farglieli mangiare a sua insaputa. Se nella quarta stagione erano già più che evidenti i segni del suo sadismo, con questo episodio si completa la sua metamorfosi da bambino arrogante e viziato a puro e semplice psicopatico, una caratterizzazione che, mi viene da dire, manterrà fino alla fine; come scrivevo nella scorsa puntata, non sono un fan di Cartman e onestamente preferivo la prima versione del suo personaggio, ma questa è l’evoluzione che Parker e Stone hanno scelto di dargli e la mia unica speranza, a questo punto, è che sia arginato il suo talvolta ingombrante protagonismo.

Recap of "South Park" Season 5 Episode 13 | Recap Guide

Un altro personaggio che ha goduto di un destino infausto è poi Kenny. Dopo averlo reso vittima fin dalla prima puntata della gag ricorrente che lo vuole veder morire in quasi tutti gli episodi della serie, Parker e Stone hanno iniziato a stancarsi di Kenny, della sua prevedibilità e del suo immobilismo come personaggio, decidendo di eliminarlo dalla serie – definitivamente; so già molto bene che Kenny tornerà presto in scena, ma in origine il piano degli autori era proprio quello di tagliare il suo personaggio. L’episodio 5×13 – Kenny Dies è interamente dedicato alla morte di Kenny, che contrae improvvisamente una malattia muscolare; è un episodio molto diverso dagli altri che compongono South Park, perché sebbene inizi con il suo solito tono cinico e provocatorio ben presto la sceneggiatura lascia spazio a sfumature più emotive e drammatiche raccontando la tragedia di bambini che devono affrontare la morte del loro amichetto. Sebbene l’episodio, in sé, sia una summa di tutti i luoghi comuni cinematografici sull’argomento, riesce comunque a essere toccante e commovente anche nell’animazione e nella recitazione dei personaggi, con uno Stan più abbattuto che mai e un Cartman (apparentemente) ugualmente provato; la scena dell’abbraccio tra lui e Kyle, da sempre nemici ma uniti dalla morte del comune amico, è stato sicuramente il momento più emozionante dell’episodio, per non dire della serie finora. Dispiace quindi che non si sia scelto di mantenere questo registro fino alla fine per realizzare un episodio interamente drammatico, dal momento che la scena finale riporta il tutto sul piano della comicità surreale tipica della serie, manco a dirlo per opera di un Cartman nuovamente pronto a rubare la scena durante il funerale di Kenny.

Non solo dall’interno della serie, ma anche dall’esterno giungono enormi stravolgimenti che Parker e Stone, sempre così attenti a catturare il polso dell’attualità, ovviamente non si lasciano scappare. Essendo stata distribuita nel 2001, la quinta stagione di South Park esce a cavallo dell’attentato alle Torri Gemelle, quell’11 Settembre che ha cambiato il mondo per come lo si conosceva trasformandolo in qualcosa di completamente diverso. South Park, grazie anche al suo peculiare iter produttivo che gli permette di realizzare un episodio in pochi giorni, è la prima serie tv americana ad affrontare direttamente la questione il 7 Novembre 2001, quando viene trasmesso 5X09 – Osama bin Laden Has Farty Pants; l’episodio non si concentra sull’attentato in sé ma sulle sue conseguenze negli Stati Uniti, mostrando la popolazione di South Park in piena paranoia per un secondo, temuto attacco, e in Afghanistan, raccontando per primi la tragedia di un Paese flagellato dalla guerra dichiarata dagli Americani. In soli venti minuti Parker e Stone riescono a raccontare l’ansia e l’insicurezza generata dal terrorismo ormai alla ribalta della cronaca (cosa che faranno di sfuggita anche in 5×11 – The Entity, mostrando gli aeroporti paralizzati dalle procedure di sicurezza) e il dramma della guerra vissuta dal punto di vista dei bambini, il peggio che l’America è riuscita a dare e il meglio che ha saputo offrire, rappresentato dal gesto di Stan che saluta patriotticamente una bandierina americana; non sono sicuro che i due gesti si bilancino, e probabilmente l’episodio avrebbe avuto bisogno di maturare un ancora un po’ e capire effettivamente cosa volesse dire prima di essere realizzato, ma resta un primo tentativo, da parte degli Stati Uniti, di scendere a patti con la tragedia di cui sono stati vittime e le altre tragedie di cui, nello stesso momento, si stavano rendendo artefici in Medio Oriente. L’episodio resta comunque memorabile anche per la rappresentazione di Osama bin Laden con una caricatura debitrice dello stile dei Looney Tunes, impegnato in un combattimento contro Cartman che richiama i furiosi duelli tra Bugs Bunny e Elmer Fudd.

Recap of "South Park" Season 5 Episode 10 | Recap Guide

Un’atmosfera di paranoia che finisce inevitabilmente per colpire anche gli episodi già distrbuiti, come il famigerato 5×03 – Super Best Friends: per contrastare una setta che ha preso piede a South Park, per molti versi parodia di Scientology, Stan chiede aiuto a Gesù il quale, come supporto, convoca i Super Best Friends, una sorta di gruppo supereroistico composto dalle divinità delle principali religioni mondiali, tra cui Maometto. Se la prima trasmissione dell’episodio non ha sollevato alcuna polemica, negli anni a venire la situazione è molto cambiata per via della rappresentazione del Profeta islamico, considerata sacrilega, e se inizialmente Parker e Stone hanno risposto, come loro solito, con una provocazione rincarando la dose, le minacce dei gruppi talebani hanno portato gli autori a censurare la figura di Maometto e rimuovere questo episodio dai principali servizi di streaming; io guardo South Park su Amazon Prime Video, e anche lì Super Best Friends non c’è (ho dovuto ricorrere a metodi da pirata per vederlo). È triste che, dopo essersi spesi così tanto per la libertà di parola e i rischi della censura, dedicando anche il lungometraggio della serie a questo argomento, Parker e Stone abbiano dovuto infine abbassare la testa e andare contro i propri ideali a causa di un’ideologia fanatica e violenta, intollerante e bigotta, che in nome di una fede estremista cerca di mettere a tacere qualsiasi voce non sia ritenuta in linea con la loro ferrea ortodossia, considerando comunque che nulla di irrispettoso viene detto contro nessuna delle figure religiose presenti in Super Best Frends.

Una stagione densissima, dunque, che non ha caso ha meritato l’articolo più lungo che abbia scritto finora su South Park. La stagione si chiude con 5×14 – Butters’ Very Own Episode, interamente dedicato a Butters nel suo ingresso in grande stile nel gruppo principale al posto di Kenny; a me piace molto Butters per cui non mi è dispiaciuto come episodio, così come la possibilità di vederlo finalmente interagire in maniera più decisiva con Stan, Kyle e Cartman. La quinta stagione si chiude così, con la ricomposizione del gruppo e la promessa di un nuovo inizio dopo un’annata molto fortunata e decisiva nella storia e nell’evoluzione dello show, ma anche decisamente complessa e piena di difficoltà e scelte controverse che hanno reso talvolta accidentato il percorso di questi ultimi quattordici episodi. Il proposito iniziale era di lasciare stare la serie per un po’, ma so già che appena avrò pubblicato questo articolo mi butterò immediatamente a divorare la sesta stagione!

___

In memoria di Kenny:

5 pensieri riguardo “South Park – Stagione 5

  1. Anche la pandemia ha cambiato il mondo per come lo si conosceva trasformandolo in qualcosa di completamente diverso. E tuttora non è dato sapere se il coronavirus sarà qualcosa di transitorio o di definitivo. Nonostante questo, sono convinto che il 2022 sarà l’ultimo anno di emergenza: infatti se riusciremo a sconfiggere il virus con i vaccini bene, se invece non ci riusciremo neanche con i vaccini a quel punto i governi di tutto il mondo si rassegneranno alla sua presenza, senza più combatterlo con misure drastiche. La gente non sopporterebbe di convivere in eterno con mascherine, quarantene, lockdown, chiusure generalizzate eccetera. Tutto questo è destinato a finire molto presto. La mia previsione ti trova d’accordo?

    Piace a 1 persona

    1. Più che trovarmi d’accordo mi auguro davvero che tu possa avere ragione; da quello che ho ascoltato e che mi pare di avere capito ci si aspetta che rimanga ma diventi una “semplice” influenza stagionale – e se il farmaco che Pfizer sta mettendo a punto effettivamente funziona insieme al vaccino sarebbe un’arma sensazionale. In realtà sono abbastanza ottimista, mi sembra che in questo momento non si stia andando male visto che, comunque, le restrizioni sono al minimo ma i contagi non stanno schizzando alle stelle, per cui spero davvero che per l’anno prossimo si possa tornare tutti quanti alla normalità, per quanto possibile.

      "Mi piace"

      1. Anch’io sono rimasto piacevolmente stupito dal fatto che (a differenza dello scorso anno) la riapertura delle scuole non abbia fatto impennare i contagi. E non dipende dal fatto che abbiano riaperto da poco: il virus resta in incubazione per 14 giorni al massimo, le scuole hanno riaperto da 21, quindi a quest’ora il boom di contagi avrebbe dovuto esserci già da un pezzo. Evidentemente la vaccinazione di massa dei giovani che c’è stata ad Agosto (dopo l’introduzione del green pass alla francese) ha avuto i suoi effetti. Grazie per la risposta! 🙂

        Piace a 1 persona

Lascia un commento