L’Attacco dei Giganti – Stagione 3a

Questo post non era programmato, ma visto che faccio fatica ad andare al cinema, in questo periodo, e non ho altro di cui scrivere, ne parleremo per non finire a guardarci negli occhi e discutere del tempo o di come procede la nostra settimana. A proposito, come va la tua settimana? La mia molto bene, grazie, mi sta regalando un sacco di soddisfazioni, ed è solo Mercoledì! Lo stesso non possono dire i protagonisti di L’Attacco dei Giganti, che se possibile vedono aumentare settimanalmente il carico di orrori e traumi che si trascineranno per tutta la vita senza mai essere in grado di rielaborarlo – ho letto il manga, che è molto più avanti di questo punto, per cui so di cosa parlo.

l-attacco-dei-giganti-stagione-3-trailer-dell-episodio-7-anticipa-una-lotta-furiosa-v3-341451-1280x720

Uno degli elementi che più mi sorprende dell’anime de L’Attacco dei Giganti è il modo pressoché perfetto in cui riesce a ritagliare dei blocchi narrativi finiti all’interno di una storia i cui archi sono sempre inestricabilmente legati l’uno all’altro. Come ti dicevo nel post dedicato, la storia dell’Attacco dei Giganti sembra gemmare in continuazione da sé stessa, in modo da rendere sempre più difficile individuare una cesura tra un arco e il successivo; dovendo suddividere la storia in stagioni il più possibile coese, invece, l’anime è costretto a scegliere dei momenti in cui tagliare la vicenda, mettere un punto e fermarsi dando un senso a quello che ha raccontato. C’era riuscito molto bene nelle prime due stagioni, e ci riesce ancora una volta con la terza, fermandosi proprio nel momento in cui stanno per tornare in scena i mostri del titolo, dando alla stagione 3a un’identità tutta sua molto diversa da tutto quello che l’aveva preceduta.

La terza stagione inizia all’indomani della sconfitta di Annie, Reiner e Berthold, che, come si è scoperto, possono trasformarsi rispettivamente nel Gigante Femmina, nel Gigante Corazzato e nel Gigante Colossale. In seguito alla violenta battaglia, però, è emersa un’altra sconvolgente rivelazione: le mura che proteggono l’umanità nascondono dei giganti addormentati al loro interno. Temendo che il Corpo di Ricerca possa scoprire i segreti celati nel passato dell’umanità, il governo centrale dichiara l’armata fuorilegge, e procede all’arresto; a scampare alla pulizia è solo la squadra di Levi con tutti i nostri protagonisti, impegnati in una doppia missione: rovesciare il governo, di cui si è ormai stabilita l’illegittimità, riportando sul trono l’autentica erede, e salvare Historia ed Eren, rapiti e costretti a mettere in pratica un misterioso rituale che si rivelerà molto pregno di conseguenze.

img-shingeki-no-kyojin-season-3-episodio-7-by-dom-lzaro-628

E’ innegabile che questa prima parte della terza stagione dell’anime sia stato qualcosa di completamente diverso rispetto a tutto quanto l’ha preceduta. L’avventura action dalle tinte horror cede il posto a un racconto più politico e, se possibile, più dark, in cui i nemici non vengono da fuori le mura e non sono mostri cannibali ma persone, esseri umani che scelgono volontariamente di ingannare, uccidere e torturare altre persone innocenti per mantenere il proprio potere e l’umanità in condizione di sottomissione a loro e alla paura dei giganti. Allo stesso tempo si tratta anche dell’arco che più di tutti, finora, problematizza e mette in discussione il mondo in cui l’azione si svolge, complicando molto il worldbuilding appena abbozzato fino a questo momento. Se finora si erano date per scontate determinate regole su cui il mondo di L’Attacco dei Giganti si fondava, ora sappiamo come tali regole siano nate e perché, aprendo spiragli sempre più inquietanti su verità ancora da essere scoperte. Si parla in modo massiccio di controllo delle masse, di mistificazione del passato e negazione di una storia comune che è proibito conoscere e divulgare, di eredità mostruose (in tutti i sensi) tramandate di generazione in generazione con l’unico scopo di mantenere la popolazione schiava di un sistema politico e ideologico unicamente interessato alla propria perenne sopravvivenza.

Un argomento sempre più complesso che non sempre giova dell’approfondimento che meriterebbe. Se il colpo di stato è meticolosamente preparato, ad esempio, la sua effettiva realizzazione fa quasi sorridere per l’ingenuità che palesa e la semplicità degli stratagemmi messi in campo. La sceneggiatura fa quello che può per colmare i difetti del manga, ma non riesce a evitare tutte le sue cadute di stile e gli scivoloni che contraddistinguono il suo arco più ambizioso e, al tempo stesso, quello che presenta purtroppo le mancanze più vistose. Allo stesso modo, la storia che si sviluppa in parallelo al colpo di stato, cioè il rapimento di Eren e il tentativo di sottrargli i poteri del Gigante d’Assalto e del Gigante Fondatore, finisce per essere incredibilmente allungata in modo da permettere a Levi e gli altri di terminare il proprio lavoro nel Wall Sina e correre al salvataggio, un’evidente forzatura dettata da esigenze narrative ma che finisce per compromettere la credibilità di quanto viene raccontato all’interno della caverna sotterranea.

Attack-on-Titan-3-immagini-Attacco-dei-Giganti-3

Se l’andamento della trama presenta diverse manchevolezze, la sceneggiatura non è mai stata così profonda come in questo momento. I momenti di introspezione non sono mai mancati, certo, fermando l’azione e dilatando il tempo in modo quasi insopportabile per fare posto a lunghe riflessioni, ma mai come in questo momento si è assistito a una così completa messa in discussione del proprio ruolo da parte dei protagonisti. Soprattutto, quello che sembra emergere, è la presa di coscienza da parte dei personaggi di non essere importanti, di non avere valore in sé ma solo in virtù di quello che possono offrire, con la loro vita o la loro morte. Eren giunge alla conclusione di non essere speciale, di non essere in effetti capace di fare nulla senza il supporto della sua squadra, e che in quanto tale la sua vita non vale più di quella di chiunque altro, soprattutto dopo aver scoperto che il potere del Gigante può essere trasferito a un’altra persona. Alla stessa conclusione giungono anche Kenny Ackerman, probabilmente il personaggio più tragico di questo arco narrativo, e Keith, al quale è dedicato il bellissimo penultimo episodio, una storia che ha il merito di dare alcune risposte a lungo attese aprendo la strada a nuove rivelazioni future. Si assiste, insomma, al sistematico sgretolamento della figura dell’eroe, che non è più un prescelto, una persona speciale; i protagonisti abbracciano la loro natura di persone qualsiasi che si trovano a compiere azioni straordinarie perché il mondo in cui si trovano è straordinario e richiede misure adeguate, non perché lo siano loro.

Allo stesso modo, il livello dell’animazione è in costante crescendo, con una qualità delle immagini sbalorditiva. Le scene d’azione sono molto meno frequenti, e la regia coglie l’occasione per offrire il meglio di sé nei momenti più intimisti piuttosto che nei combattimenti, pure molto ben coreografati e sempre più adrenalinici. Insomma, al netto dei difetti nella trama, questa prima parte è promossa in pieno; l’attesa ora sarà piuttosto lunga, visto che dovremo aspettare Aprile 2019 per la seconda parte, che riporterà il racconto su binari più tradizionali e completerà questa prima, lunga parte della storia; per me, sarà un attesissimo e ben accetto regalo di compleanno!

Lascia un commento