Mentre l’universo mondo, o quantomeno quello che seguo io sui social, si scanna per decidere se She-Hulk sia una porcata immonda o un prodotto con una sua ragione di esistere io faccio un passo indietro e parlo di Ms. Marvel, finita già da qualche mese ma di cui non avevo mai avuto voglia di scrivere. Non che sia terribile, assolutamente; è una miniserie, tutto sommato, ok, senza infamia e senza lode, per cui non scalpitavo per mettermi a scriverne un commento. A tradirmi è, come spesso accade, la mania del completismo che mi porta come a voler mettere un flag su tutte le caselline di un elenco senza lasciare nulla indietro, per cui rimbocchiamoci le maniche e immergiamoci in queste nuove 6 puntate del Marvel Cinematic Universe.

La nostra protagonista è Kamala (Iman Vellani), una ragazza pachistana di seconda generazione e grande fan degli Avengers, in particolare di Captain Marvel, che idolatra; i genitori, però, non vedono di buon occhio questa sua passione, per cui Kamala è costretta a coltivarla in segreto con la complicità degli amici Bruno (Matt Lintz) e Nakia (Yasmeen Fletcher). Un giorno le arriva in dono, da parte della nonna in Pakistan, un bracciale che, una volta indossato, le conferisce il peculiare dono di creare come dei campi di forza di luce e, visto il suo background, Kamala decide immediatamente di diventare una supereroina. Ogni eroe ha i suoi villain, però, e quelli di Kamala si materializzano nelle fattezze dei Clandestines, esiliati sulla Terra e decisi a tornare a casa, e del Departmen of Damage Control, che inizia a investigare sulla nuova eroina in azione a New York.
Ms. Marvel ha la caratteristica, comune un po’ a tutte le serie del Marvel Cinematic Universe, di abbagliarti con le sue potenzialità e le sue punte di originalità per poi adagiarsi su un materasso di allori fatto di formule consolidate e storytelling claudicante, corroborato, però, da una solida dose di effetti visivi e umorismo. È una formula che il MCU usa spesso, mi viene da dire sempre, ed è superfluo ormai, secondo me, continuare a sottolinearlo o lamentarsene; quello che dispiace, in particolare in questo caso, è vedere sacrificare a questo rassicurante modello dei personaggi e un mondo che avrebbero potuto offrire tanto di più, e che in effetti molto di più hanno offerto nei primi episodi, prima che diventasse tutto estremamente più prevedibile e già visto.

Kamala è un ottimo personaggio, perché è originale, è diversa da qualsiasi cosa si sia visto prima, e sebbene finisca per cadere nei manierismi che caratterizza molti personaggi di matrice disneyana, ormai dichiaratamente del tutto incapace di creare personaggi che non siano almeno un po’ quirky, il fatto che abbia così tanto background così diversificato la rende una delle protagoniste più stratificate e complesse del MCU. In lei si riassumono le istanze di indipendenza di un’adolescente e il retaggio culturale di un’immigrata di seconda generazione, il fascino verso un mondo, nel suo caso letteralmente, magico che spia dalla finestra del suo computer e il rispetto delle tradizioni musulmane, il desiderio legittimo di diventare qualcosa di più di quello che è e quello di soddisfare le aspettative, altrettanto legittime ma non per questo meno oppressive, che i genitori hanno per lei. Se a questo aggiungiamo una forte creatività, uno spirito d’intraprendenza furi dal comune e un’innata predisposizione alla leadership otteniamo una protagonista su cui ci sarebbe stato tantissimo da dire, da raccontare e da esplorare, molto più di quanto sia effettivamente stato fatto nella serie, purtroppo.
Ms. Marvel, infatti, inizia con un focus molto stretto su Kamala, la sua famiglia e la sua cerchia di amicizie, dedicando la prima parte della stagione a raccontare la scoperta dei suoi poteri e come questo cambi gli equilibri all’interno del microcosmo in cui ha sempre vissuto, e solo nella seconda parte la vicenda si fa esponenzialmente più grande inserendo creature transdimensionali, organizzazioni governative e viaggi nel tempo; ed è proprio in questo momento che la serie collassa completamente su sé stessa. Ms. Marvel funziona fintanto che si concentra sui suoi personaggi, su ciò che la rende unica e particolare all’interno del MCU, e, fatalmente, fallisce esattamente laddove anche WandaVision, che come ho scritto un sacco di volte è la mia preferita tra le serie MCU insieme a Falcon and the Winter Soldier, era caduta, ossia quando abiura le sue origini e diventa una formulaica storia d’azione con cazzotti, esplosioni e supertizi sempre più overpowered. Quello che gli autori del MCU sembrano non riuscire a capire è che non è necessario mettere sempre a repentaglio le sorti del mondo per farci appassionare a una storia: quello che servono sono dei personaggi interessanti e a cui affezionarsi, e Ms. Marvel li aveva.

Forse un altro problema di Ms. Marvel è voler raccontare troppo in troppo poco tempo, dal momento che in sei episodi vuole introdurre non solo un nuovo supereroe, ma anche un’intera nuova mitologia, e raccontare il conflitto con ben due antagonisti completamente diversi e slegati tra loro. Il risultato è inevitabilmente confusionario da un lato e superficiale dall’altro, dal momento che a un certo punto, sentendo probabilmente il tempo scorrere troppo velocemente, le varie linee di trama iniziano a chiudersi molto bruscamente lasciandoti tutto sommato insoddisfatto e con l’amaro in bocca del vedere tradite le premesse mostrate nei primi episodi. Sarebbe stato meglio, piuttosto, eliminare la vicenda dei Clandestines e concentrarsi unicamente sul DODC, mantenendo l’attenzione fissa sul quartiere di Kamala e il microcosmo che le ruota intorno, approfondendo di più quei personaggi secondari che, invece, rimangono purtroppo delle macchiette o dei comprimai non del tutto sviluppati (penso soprattutto a Nakia, il cui sottoutilizzo è stato criminale).
Questo progressivo degenerare della trama si traduce in un parallelo declino dell’estetica e dell’originalità registica della serie, che passa dall’essere un prodotto quantomeno innovativo e con un’identità visiva molto ben definita a essere, di nuovo, una comune storia di supereroi uguale a decine di altre. I primi episodi avevano un modo tutto particolare di mettere in scena il mondo interiore di Kamala, integrando le sue fantasticherie nella realtà che la circonda sotto forma di graffiti, insegne, scarabocchi, uno scrapbook di pensieri in perenne trasformazione e aggiornamento che segue la protagonista ed evolve con lei; era qualcosa di davvero mai fatto prima, e caratterizzava perfettamente sia la serie che la protagonista, una delle più pop e transmediali che siano apparse nel MCU. Nel momento in cui la serie, però, abbraccia il suo lato più action tutto questo viene a mancare con un impoverimento drammatico sia dello stile di regia che dell’efficacia di storytelling che Ms. Marvel aveva avuto fino a quel momento; è come se le serie del Marvel Cinematic Universe non avessero mai il coraggio di portare le proprie scelte fino in fondo, di sfruttare al massimo le proprie idee preferendo usarle un po’ come specchietto per le allodole in fase di promozione per poi abbandonarle e adottare soluzioni più sicure, più consolidate e, per questo, più semplici.

Dispiace, in definitiva, perché avrebbe potuto essere molto meglio di così. Alla fine, nel suo insieme, Ms. Marvel è una serie che scorre senza essere né carne né pesce, senza sapere bene cosa voglia raccontare e come farlo e, quel che è peggio, priva del coraggio di portare fino in fondo ed esaltare le punte di freschezza e di originalità che avrebbe potuto offrire al MCU. Quello che rimane, però, è una protagonista comunque accattivante e molto simpatica che rivedrò volentieri e con piacere nelle prossime produzioni; sappiamo infatti già da tempo che Kamala tornera in The Marvels affiancata da Carol Danvers (Brie Larson) e Monica Rambeau (Teyonah Parris), e la scena post-credit dell’ultimo episodio sembra proprio introdurre questo nuovo capitolo della storia accendendo un interesse, verso questo film, che prima non provavo quasi per nulla.
Una delle recensioni più lucide che abbia letto su questa fin troppo bistratta serie.
Ms Marvel infatti non è ne meglio ne peggio delle altre produzioni seriali della Marvel (ad oggi la più solida per me rimane Falcon & Winter Soldier) quindi tutti questo “odio” proprio non me lo spiego (in parte si ma va bè, è tutt’altro discorso).
Il dispiacere più grande arriva dal fatto che rispetto alle altre serie, questa era partita a bomba. I primi due episodi sono belli, divertenti e freschi e il primo in particolare ha anche una regia e una messa in scena che, anche con una sceneggiatura molto basiale, comunque rende piacevole la visione. Poi come dici tu va a farsi benedire episodio dopo episodio fino ad arrivare all’immancabile episodio finale affrettato e per nulla esaustivo. Peccato.
Il personaggio però è interessante e funziona, una sorta di Peter Parker di questa generazione e l’attrice è super simpatica e si è già assicurata l’affetto da parte dei fan. Vediamo se con The Marvels riescono a rendergli più giustizia.
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Il paragone con Peter Parker è perfetto, vorrei che fosse venuto in mente anche a me! Io spero tantissimo che riescano a valorizzarla meglio, intanto è riuscita a convincermi a vedere The Marvels; io faccio parte del gruppo che non sopporta Captain Marvel, e il pensiero di un altro film con lei protagonista mi indisponeva un sacco. Sapere di rivedere Kamala – e anche Monica, dai, che tutto sommato non mi è dispiaciuta sebbene non mi sia nemmeno rimasta così impressa – invece mi esalta un sacco.
Falcon and the Winter Soldier forse è l’unica che rimane effettivamente coerente dall’inizio alla fine senza tradire troppo le premesse da cui è partita: buddy comedy d’azione inizia, buddy comedy d’azione finisce. Anche quella, tra l’altro, ha avuto il pregio di farmi piacere Sam come Captain America, cosa che alla fine di Endgame, invece, mi aveva lasciato molto molto freddo; adesso Captain America 4 è uno dei titoli che aspetto di più!
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In effetti Capitan Marvel non ha conquistato moltissime persone. A me il film ha abbastanza annoiato e lei mi era abbastanza indifferente. Devo dire di averla apprezzata di più in Endgame per quel poco che si è vista. Però si, tra le 3 anche io non vedo l’ora di vedere Kamala!
Capitan America 4 anche io non vedo l’ora di vederlo ma ammetto di essere uno dei pochi che ha apprezzato Falcon fin dall’inizio (e va bè anche Bucky, manco a dirlo).
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Non ho ancora visto questa miniserie (in effetti sono molto indietro con le uscite MCU e dintorni) ma sicuramente posso dire che mi lascia perplesso il fatto che abbiano cambiato tanto il personaggio di Kamala, che è abbastanza recente anche a fumetti: forse sarebbe costato troppo trasporre il suo potere di ragazza elastica e un tantino mutaforma nelle scene d’azione?
A ogni modo, è un personaggio che ho apprezzato molto nei pochi fumetti che ho letto su di lei, è simpatica e anche la sua famiglia non è esageratamente stereotipata, è più iperprotettiva che votata al controllo della figlia.
A fumetti, i genitori sono pure rassegnati al fatto di avere una figlia un tantino nerd, lì altro che passione nascosta 😂
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Io non leggo molto fumetti di supereroi, anzi, quasi per niente, per cui non la conoscevo assolutamente prima di vederla in televisione. Forse effettivamente, per il budget a disposizione, era più semplice creare dei cristalli luminosi e degli scudi di forza intorno a lei piuttosto che allungarla come Mr. Fantastic, o magari hanno voluto differenziare maggiormente i loro poteri in vista dell’entrata in scena dei F4, che ormai è certa.
Allora è stata trasposta molto bene sullo schermo, perché anche a me è piaciuta un sacco e l’ho trovata davvero simpatica! Anche la famiglia è esattamente come l’hai descritta, la madre è piuttosto dura ma si capisce che è solamente molto preoccupata e desidera proteggerla arrivando inevitabilmente allo scontro generazionale.
Sulla rassegnazione diciamo che nella serie devono lavorare parecchio per accettare la passione e la personalità di Kamala, ma alla fine fanno una serie di gesti, soprattutto la madre, veramente dolci.
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L’ho iniziata ma l’ho abbandonata a metà. Troppo scontata la sorpresa dei braccialetti, già sapevo a cosa sarebbero serviti. Ma io spesso trovo i prodotti Marvel ostici. Non m’entusiasmano. Anche se bè, ok, lo ammetto, ho pianto per la morte di Starck, l’ho detto. Ma adesso gribbio, son diventati un pò troppi questi supereoi 😆
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Sono d’accordo su tutto, questa serie aveva le potenzialità per essere diversa dalle altre e raccontare un personaggio peculiare ma le ha sprecate, creando una gran confusione di riferimenti a una cultura nuova che non è stata debitamente raccontata e approfondita e i soliti stereotipi caratteriali e narrativi. Un’occasione mancata con una seconda parte di stagione confusa e noiosa. ma siamo incastrati in un meccanismo del Multiverso per cui, per quanto un film o una serie possa essere brutto, lo vediamo lo stesso sapendo che nel film/serie successivo ci saranno riferimenti da cogliere, per quanto brutto anche quello possa essere, sperando che prima o poi arrivi qualcosa di stupendo. Dov’è la via d’uscita? 🙂
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Bella domanda, se lo stanno chiedendo tutti in sala!
L’unica effettiva via di uscita è quella che ci hanno indicato, ossia passare indenni le fasi 5 e 6 sperando che dopo, magari, non si parta di nuovo con un’altra super saga. Altrimenti c’è il metodo a strappo: smettere di colpo di seguire il MCU. Io ho mollato tutte le altre produzioni di supereroi, come quelli DC e quelli della Sony, ma è stato facile perché l’investimento di tempo ed emotivo era minimo; con il MCU non so se ce la farei – anche perché in definitiva mi ci diverto ancora, al netto delle critiche che posso muovergli.
Ms. Marvel è stata una grandiosa occasione persa, ma come dicevo ci ha regalato una protagonista che, secondo me, è molto simpatica e che rivedrò volentieri – certo, sperando che i prossimi prodotti non siano così brutti come affermi cercando di spaventarmi!
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