Oscar 2017: Aftermath! 

Anche quest’anno è andata, nel bene e nel male: gli Oscar sono finiti, e mentre ci guardiamo attorno per smarriti cercando altro per cui valga la pena vivere giorno dopo giorno possiamo tirare le somme della lunga notte che si è appena conclusa. 

In generale sono stato piuttosto soddisfatto;intendiamoci, ho azzeccato solo quattro previsioni sulle venti e passa categorie in lizza, ma il livello dei film in concorso quest’anno è stato talmente alto, secondo me, che non mi sento di recriminare per la vittoria di un’opera piuttosto che di un’altra. 

Qualche osservazione, però, mi sembra doverosa, anche solo per commentare la cerimonia e lamentarsi in modo sterile delle delusiono più cocenti. Mi sembra sia stata un’edizione molto politicizzata, forse troppo in certi momenti. La figura di Trump, pur non presente in sala e nemmeno sui social, è stata resa ingombrante e onnipresente, sfruttando ogni momento della cerimonia ai fini della propaganda democratica; devo dire che al quarto discorso anti-Trump l’insofferenza ha iniziato a farsi sentire. Credo che questa tendenza abbia anche spinto alcuni film verso la statuetta, come il film iraniano, che non posso giudicare dal momento che non l’ho visto, ma che ero sicuro avrebbe vinto per via del ban imposto da Trump. 

L’enorme deriva politica inoltre ha, secondo me, macchiato l’Academy di ipocrisia: quest’anno tutti progressisti e tutti a favore delle minoranze, ma ci siamo già dimenticati tutti dell’ Oscars so white? È stato solo l’anno scorso, e lì Trump non centrava niente, è stata tutta farina dell’Academy. 

Entrando nel merito dei film. La La Land si porta, meritatamente, a casa sei statuette, ma perde la più ambita che viene assegnata a Moonlight: una scelta molto coraggiosa che premia un film molto bello ma decisamente poco mainstream, sfatando la moda Hollywoodiana. 

Sono stato molto contento per Viola Davis, che ha vinto un premio strameritato, ed Emma Stone, forse prematuro ma che premia il suo innegabile talento. Ho storto invece il naso per le statuette a Manchester by the sea, un film che non ho amato affatto, e recitato da un attore protagonista che non mi sembra così dotato: Casey Affleck e la sua monoespressione batte Denzel Washington e il lavoro titanico che ha fatto in Fences, lasciandolo purtroppo a bocca asciutta. 

Mi dispiace tantissimo per la sconfitta di Kubo and the two strings, un film animato superbo su cui finisce per prevalere Zootropolis, ugualmente molto bello ma decisamente non al suo livello. Nel campo dell’animazione sono invece stato molto felice per la vittoria di Piper, un piccolo gioiello che meriterebbe di essere visto da tutti. 

Mi indispone invece a livelli indicibili la vittoria di Suicide Squad: il tucco dei personaggi è oggettivamente molto buono, ma mi irrita oltre le parole il fatto che la Marvel, con dei film molto belli e valido, non abbia mai vinto una statuetta e invece questo pasticciaccio Dc possa vantare un Oscar, per quanto minore; mi rendo comunque conto che è un problema mio.

Mi sono inaspettatamente goduto anche il red carpet: Taraji Henson era bellissima e di un’eleganza incredibile, mentre le sue colleghe mi hanno lasciato più perplesso. 

Quindi è finita. Adesso ce la prendiamo un po’ comoda per qualche giorno, chiacchieriamo di altro, e poi si riparte. Sì, perchè mentre eravamo tutti concentrati su Los Angeles sono uscite le nomination per i David di Donatello, gli Oscar de noartri, quindi nuova playlist e nuova maratona! 

E tu… tu verrai con me! 

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4 pensieri riguardo “Oscar 2017: Aftermath! 

    1. Sono stati molto bravi, io ne ho indovinati solo 4… A mia discolpa, quest’anno il livello generale era molto alto, secondo me! 😁
      Aggiungo come parola anche snobbatura, da Amy Adams, che non riesco a superare, ai tre attori che hanno interpretato Chiron in Moonlight; l’ultimo soprattutto per me è stato eccezionale.
      Grazie per essere passato, e benvenuto! 😄

      Piace a 1 persona

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